lunedì 25 agosto 2014

Dialoghi con #Leucò di Cesare Pavese, nell’edizione aumentata a cura di @TwLetteratura

Oggi parliamo di un classico, di un’esperienza di lettura collettiva, di un esperimento di riscrittura in pillole e di un progetto lungimirante. #Leucò.
Ancora una volta ritorna tra queste pagine Cesare Pavese (Vai a I mari del sud. Lavorare stanca), non più per i suoi versi e non ancora per i suoi romanzi.
Siete pronti?
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Il classico
Dialoghi con Leucò è una raccolta di ventisette dialoghi che hanno come protagonisti, figure più o meno note di numerosi miti greci, scelti non tra i più frequentati. Un confronto dialettico, serrato, su un ampio spettro di temi/problemi profondamente umani, che coinvolge coppie di personaggi scelti fra ninfe, eroi, titani, forze primigenie della natura, divinità antiche e moderne, violente e pacifiche, razionali e irrazionali.
Un’opera preziosa, scritta tra il 1945 e il 1947, da cui Pavese si aspettava molto, ma che lasciò i contemporanei perplessi e per lungo tempo silenziosi. Il mito greco, considerato appannaggio dei filologi classici, degli accademici specializzati e di un apparato di professori lontani dai circuiti editoriali moderni, probabilmente era percepito come argomento elitario, desueto, vicino alla retorica magniloquente delle ideologie totalitarie oppure ritenuto una manifestazione di disimpegno e di fuga dalla realtà.
In realtà, i ventisette racconti di Pavese, tersi e algidi come gemme, ci mostrano quanto l’universalità del mito non sia solo un’etichetta altisonante. 
Occasione per sondare temi che appartengono alle viscere della cultura di ogni tempo, i Dialoghi con Leucò offrono un ritaglio dei miti classici, una finestra di problematizzazione che mette a confronto punti di vista divergenti, interpretazioni opposte sui nodi esistenziali dell’uomo, classico o moderno che sia: il tempo e l’eternità, l’amore, la morte, il sesso, il destino, il rimpianto. La fragilità come cifra dell’essere umano.
La mia prima lettura dei Dialoghi risale all’estate 2005.
Una lettura in punta di piedi, delicata, lenta. Volevo spremere al testo quanto più senso ci fosse, imbastire intrecci ad altre letture, seguire suggestioni classiche e non, sgranarlo e ricaricarlo con qualunque contributo il mio (parziale e dilettantesco) punto di vista potesse offrire.
In questo zelo, una mancanza. Gli altri lettori con cui condividere l’esperienza.

L’esperienza di lettura e riscrittura collettiva
Ciò che mancava è arrivato anni dopo, per vie inconsuete. E si chiama #Leucò. Un gioco realizzato su Twitter ad opera della @TwLetteratura, comunità di lettori animata da Paolo Costa, Edoardo Montenegro, Iuri Moscardi, Pierluigi Vaccaneo.
Cosa è #Leucò?
Sotto il noto hashtag si è sviluppata per più di tre mesi (14 gennaio  al 4 aprile 2013) un’intensa esperienza di lettura collettiva che ha permesso a me e ad altri 300 appassionati di rileggere i Dialoghi di Leucò, dedicando tre giorni a ciascun dialogo, e provando, dapprima con un po’ di pudore, poi con più coraggio ed esuberanza, a riscrivere, citare, variare, riassumere, interpretare, sminuzzare, strizzare le parole di Pavese che più sentivamo “vicine”. Il tutto in 140 caratteri, come imponeva la struttura del Social
Pillole letterarie assortite. Gioco di analisi e di sintesi. Ermeneutica 2.0. Bellissimo esperimento.
Per ogni dialogo è stato scelto un responsabile, chiamato (per restare in tema!) Titano, che aveva come scopo promuovere quanto più possibile la condivisione dei tweet e, alla fine, di selezionare i più significativi per costruire un tweetbook, una sequenza di riscritture parcellari che, insieme, ricomponevano una nuova storia, un nuovo dialogo, secondo l’ordine che al curatore pareva più interessante.
I 27 tweetbook ufficiali, alla fine, hanno testimoniato l’intera attività, creando fra i lettori/riscrittori un senso di appartenenza basato sulla lettura comune, sulla devota dedizione al libro per tre mesi, sullo sforzo di comprenderlo e di avvicinarlo alla propria realtà quotidiana e al proprio bagaglio esperienziale, emotivo, immaginifico. Sensibilità di lettura diverse si sono incontrate e mescolate. Dal basso, da una prospettiva popolare, abbiamo agganciato un classico e ce ne siamo appropriati.
Ciò che ero abituata a fare in solitario, finalmente diventava operazione comune, e perciò stimolante, potente, arricchente.
In una parola, è stata una lettura moltiplicata. 

L’edizione aumentata.
Pochi mesi fa Palabanda edizioni ha ottenuto da Einaudi la cessione dei diritti per la pubblicazione dei Dialoghi con #Leucò in formato e-book.
Nella nuova edizione, prefazione e introduzione spiegano le ragioni del progetto, ne chiariscono l’intento di ricerca sul rapporto tra i nuovi media e la letteratura, ma soprattutto sottolineano quanto positivo sia stato il coinvolgimento di un pubblico ampio nella interpretazione del testo, operazione tradizionalmente affidata alla critica specialistica e poi ufficialmente divulgata dall’altrettanto tradizionale canale della scuola.
Come si legge nello stesso titolo, questa nuova edizione è definita “aumentata” dal momento che alla fine di ogni singolo racconto, i curatori propongono una selezione dei tweet di riscrittura che già facevano parte dei tweetbook ufficiali.
Prima c’è il testo originale. Puro. Non interrotto da commenti né gravato da note a piè pagina. Il testo deve restare protagonista indiscusso della lettura, sempre.
Poi vengono i cinguettii. Le nostre schegge. Un assaggio di quella tempesta di riscritture che fu #Leucò. 
Voci molto diverse che hanno trovato un’armonia tra loro e che vengono dal testo originale e al testo ritornano dopo aver battuto strade proprie e personali. Perché la lettura è sempre un’operazione circolare.
E qui sta il mio consiglio di oggi. Se non avete ancora un’edizione dei Dialoghi approfittate di questo e-book. E anche se ne avete già una, non perdete l’offerta. Sarà un’occasione per rileggere un’opera straordinaria e confrontare la vostra lettura con la nostra. Per sentirsi parte di una comunità che legge, interpreta, riflette, cosa non da poco.

Il progetto (anzi il metodo)
La @TwLetteratura intanto è diventata un progetto, anzi un metodo di lettura basato sulla riscrittura e sulla condivisione. Moltissimi sono i riconoscimenti ottenuti e gli articoli che ne palano.
Se siete interessati e volete saperne di più, questo è il sito ufficiale: www.twletteratura.org
Nel corso dei mesi ci sono state altre iniziative sul modello di #Leucò: per esempio, a me è piaciuta moltissimo #invisibili, dedicata a Le città invisibili di Calvino, dove riscrittura e immagini spesso hanno arricchito di colori e disegni bizzarri lo già smisurato immaginario legato all’opera e all’autore; interessante anche #TwSposi che ha coinvolto molte scuole e appassionato centinaia di alunni nella riscrittura de I promessi sposi; #Lussu ha recuperato un classico quasi dimenticato: Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu; #TwPrimi infine, proprio in questi giorni, propone la riscrittura di un romanzo recentissimo: La solitudine dei numeri primi di Paolo giordano. Perciò se volete partecipare, siete ancora in tempo
In occasione di #invisibili è stata persino organizzata una mostra che raccoglieva le illustrazioni nate ad opera di alcuni lettori “eccellenti”, come Alessandro Armando che è l’autore della copertina dell’e-book che vi sto presentando. 
La @TwLetteratura è un metodo che esalta la creatività e dimostra (ma noi lettori lo sappiamo già da tempo!) che la lettura non è affatto un’operazione passiva, perché il lettore crea al pari dell’autore, plasma, si arricchisce e arricchisce il mondo di senso – e, ne  siamo convinti!, anche di buon senso!
@russoprof lo stupore delle divinità per l'eterno
surclassa l'invidia dei mortali per l'eterno.
Perché è col tempo che nascono i racconti. #Leucò/24


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